I volti della via Francisca
Il cammino è una occasione di incontro, ognuno con la propria esperienza, ognuno con la propria storia. In questo spazio trovate alcune testimonianze. Raccontateci la vostra scrivendoci a info@laviafrancisca.org
I volti della via Francisca
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Incontriamo Simona Gasparini, responsabile della gestione operativa al Monastero di Torba, e Giuliano Francesco Galli, area manager del complesso.
Simona Gasparini:
“Siamo nel complesso di Torba, bene Fai e patrimonio Unesco.
Iniziamo il tour dalla torre antica, di epoca alto medievale e, continuando nel percorso deduciamo, grazie alle rovine di una cinta muraria, che tutto il complesso era collegato a Castelseprio.
Poteva essere un avamposto di difesa ma anche un punto di dazio, vista la presenza del fiume Olona di fronte, che ai tempi era di portata maggiore dell’attuale.
Torba e Castelseprio erano quindi un unico e grande sito.
Abbiamo in progetto di riallacciare il sentiero pedonale che li collegava, così che turisti e pellegrini possano vivere l’esperienza di entrare a piedi in entrambi i siti.
Il FAI è stato importante per il recupero del Monastero di Torba, perché questo è stato il primo bene della fondazione, ritrovato intorno agli anni ’70 ricoperto di foglie di edera e sterpaglie.
Qui vi stanziarono alcune monache Benedettine in epoca longobarda, fino al 1500. Quando la zona venne disabitata arrivarono i contadini a mantenerla.
Siamo su terreno torboso, ricco di acqua e quindi produttivo. Le ulteriori modifiche sono state fatte proprio dai contadini, ma il Monastero è sempre vivo grazie alle continue campagne di scavo.
Uno dei ritrovamenti più importanti è la Casa del Fabbro, del basso medioevo, adiacente al complesso e probabilmente abbandonato per le continue frane del terreno torboso che hanno contribuito alla stratificazione dei livelli di calpestio.
Le mura della torre, ad esempio, sono addirittura crollate nel tempo, e con i recenti scavi siamo scesi di ben 4 metri.
Le prime monache, una piccola comunità, si insinuarono a Torba e crearono un oratorio affrescato.
Venne edificata la chiesa di Santa Maria, dalle dimensioni più ridotte di quelle attuali che via via crebbe per ospitare sempre più persone.
Importante è la cripta, elemento antico e forse una primitiva chiesa, luogo all’interno del quale le monache si radunavano per pregare in un ambiente più caldo.
Osservando il monastero da fuori notiamo il porticato con un antichissimo forno che testimonia un luogo di rifocillamento per i pellegrini, e una importante testimonianza di accoglienza per la Via Francisca del Lucomagno. ”
Giuliano Francesco Galli :
“Il Monastero è stato il primo bene che Maria Crespi e Renato Bazzoni hanno donato al FAI nel ’77. Le ceneri di Bazzoni sono custodite ancora oggi nella chiesa di Santa Maria.
Il sito è importante per il turismo del varesotto. Siamo inseriti in diversi progetti in espansione, come Varese Archeo, Varese 4U e la Via Francisca del Lucomagno.
Quest’ultimo progetto è fondamentale perché permette al Monastero di Torba di essere vissuto dai pellegrini moderni, quasi come lo era dai pellegrini antichi.
Stiamo puntando anche al turismo ciclabile lungo la pista ciclopedonale della Valle Olona e siamo coinvolti in un progetto di ampliamento del percorso che faremo arrivare fino al Canton Ticino. “