Durante le vacanze di Natale Enrico e la moglie hanno deciso di percorrere (distanziati) con una coppia di amici la tappa Castellanza-Cuggiono, della Via Francisca del Lucomagno. Come spesso accade a chi sceglie di mettersi in viaggio a piedi è capitato loro di scoprire qualcosa di bello e fino ad allora sconosciuto a due passi, è proprio il caso di usare questa espressione, da casa: il Comune di Dairago.
Dairago non si trova sul percorso ufficiale del cammino, ma è visitabile grazie ad una piccola deviazione dallo stesso e, parola dello stesso Enrico, non vi farà pentire di aver aggiunto qualche passo al vostro trekking.
In questo caso il merito è della coppia di amici che, dopo averli addolciti con un thermos di caffè caldo e qualche dolcetto (che rivela la loro esperienza circa il camminare, che d’inverno dove vai se il thermos e i bioscotti non li hai…), li hanno convinti a imboccare la strada per Dairago permettendo loro di scoprire il paesino pieno di cose da raccontare.
E queste cose Enrico ce le ha volute scrivere, colpito come è stato da tanta bellezza a “km 0” sconosciuta, come spesso accade, anche a chi vi abita vicino magari da molti anni. Condividiamo volentieri il suo racconto, perché testimonia ciò che crediamo valga la pena di spiegare a chi magari non è abituato ad espolare a piedi: il cammino e il camminare non solo sono in grado di regalarvi tempo ( e salute) per voi stessi, ma ha l’incredibile pregio di farvi sentire “turisti a casa vostra”, mentre avrete la sensazione di essere comunque lontano.
Non vi resta che provare per credere. Tutte le tappe della via sono consultabili qui sul sito ufficiale, ed è disponibile anche una App gratuita per smartphone.
Questo invece l’appassionato racconto di Enrico Franzoni, che ringraziamo di cuore per avercelo inviato.
Enrico Franzoni con la moglie
“La via Francisca del Lucomagno è una realtà viva, percorribile, con servizi per i camminatori, una opportunità per molti territori, una risorsa di sviluppo locale. Ancora di più adesso in mezzo a questo tempo sospeso, in questo tempo dove non si può viaggiare per lidi lontani, e allora perché non scoprire bellezze vicine addirittura contigue.
Così ispirati dal libro sulla via Francisca del Lucomagmo e nel pieno rispetto dell’ultimo DPCM decidiamo di fare una tappa, una vicino a noi: la quinta tappa, da Castellanza a Castelletto di Cuggiono. La sera prima una telefonata con due amici di Dairago ci fa fissare un appuntamento lungo la tappa, per salutarci e per riuscire a vederci. Così ci troviamo nei pressi del termovalorizzatore dell’ACCAM o meglio nel parco delle Roggie. Insistono per farci fare un giro nel loro paese, Dairago. Come dire di no dopo che ci hanno portato un thermos di caffè e i biscotti con cui brindare augurandoci un buon anno nuovo!
Dairago è un paese limitrofo alla via Francisca, circa 6000 abitanti, nel secolo XII fu importante Capo PIEVE che contava ben 47 chiese nei 17 comuni dei dintorni. Cominciamo la visita dal Santuario della Madonna in Campagna che vede le sue origini nel XVI secolo. Al suo interno si trova un affresco raffigurante la Madonna del Latte.
Santuario Madonna di Campagna
Poi si passa alla chiesa principale del paese, San Genesio. Fu chiesa Capo della Pieve fino alla sua soppressione nel 1972. Le origini di un edificio di culto dove oggi sorge la chiesa si possono ritrovare in epoche remote: durante gli scavi archeologici effettuati nel 1997, sotto il pavimento dell’edificio attuale, è stato rinvenuto un sacello pagano probabilmente dedicato al padre degli Dei come testimoniato dall’ara rinvenuta alla fine del XIX secolo intitolata a Giove Ottimo .
Chiesa San Genesio
Arriviamo a Palazzo Camaoon, originario del 1500 e ora destinato ad abitazioni popolari, dal nome alquanto originale e magico, forse di origine Questo palazzo è stato per secoli al centro di una sorta di terrore popolare di cui rimangono echi nella tradizione orale, originato da scelleratezze e prepotenze compiute dai proprietari. Secondo le credenze popolari, i misteriosi Maghi abitatori del palazzo Camaoon erano uomini brutali e in possesso di arti magiche.
Il misterioso Palazzo Camaoon
Un’altra costruzione di notevole interesse è la Torre Belvedere edificata nel 1812 da un patrizio milanese, ai fianchi si aprivano in origine due portichetti ornati da rilievi e sostenuti da colonne granitiche. Lungo un fianco della Via Fiume si snoda un cortile con porticati a colonne, appartenuto alla famiglia Corti, che conserva un’ampia cantina “da vino”, come precisano le scritte poste al suo ingresso nel 1763: “Il bere nell’entrar ti si concede, ma nell’uscir non ti vacilli il piede”.
La Torre Belvedere, che custodisce gli affreschi
Il comune si fregia del titolo di Paese dei Murales: le ormai oltre 60 opere, prima affrescate, ora dipinte su pannelli lignei, decorano l’abitato dairaghese affisse sulle pareti di case private ed edifici pubblici. Realizzati uno per contrada, per ogni edizione del Palio, affrontano temi liberi con differenti tecniche pittoriche.
Uno dei 60 murales di Dairago
E allora giriamo a vedere questi murales, 60 sono troppi dobbiamo arrivare a Cuggiono prima di sera e diventa scuro presto, ne vediamo alcuni molto belli anche se un po’ sciupati e riprendiamo il cammino.
Prima però passiamo dal comune per lasciare un messaggio alla Sindaca: Dairago è un bel paese, che ha tante potenzialità anche per il turismo di passaggio, con una piccola deviazione dalla via Francisca. Basta crederci e lavorare per renderlo più accogliente per i pellegrini e gli stessi abitanti. Siete sulla buona strada, bisogna proseguire con il lavoro.”